Gli impegni lavorativi e le vicende extra-professionali passano in secondo piano quando una donna come Dresstokill ti invoca con parole, peraltro immeritate, di siffatto tenore:
attendo fiduciosa anche il tuo contributo.
Come quello del grande VS....
Ordunque. Affronto in primis le questioni d’apertura del topic, concernenti la scelta di utilizzare o meno un incipit riepilogativo dei fatti contenuti nella traccia e, rispettivamente, di adottare la forma personale o impersonale per la stesura del parere.
Per rispondere, mi avvalgo di un brano postato dall’esimio forumista (ancorchè spiantato socio in affari del sottoscritto) Avv. Liucs:
2) iniziare non ripetendo il fatto quello lo conoscono bene
3) niente egregio signor tizio
Ebbene, io feci l’esame nella stessa CdA e lo stesso anno del sopra quotato Liucs, e ottenni un risultato positivo:
- esordendo in entrambi i pareri con un resumè degli aspetti salienti in punto di fatto;
- impostando il parere come se fosse realmente diretto al cliente Sig. Tizio.
Ciò solo per sottolineare che, a mio giudizio, sotto entrambi i profili il ricorso all’uno o all’altro dei sistemi di redazione non ha una valenza risolutiva ai fini del buon esito della prova scritta. È una mera questione di preferenze. Del resto, sono fermamente convinto che anche un parere redatto impersonalmente possa avere un ottimo taglio pratico, così come credo che la bontà del proprio elaborato esuli dalle cinque righe iniziali di riassunto fattuale. Certo, in alcune CdA è notorio che l’orientamento dominante sia in un senso piuttosto che in un altro. In tal caso, se non si nutre abbastanza confidenza e sicurezza nella tecnica opposta, la cosa più semplice da fare è adeguarsi al trend maggioritario. Ma di sicuro non sarà quello a determinare il successo o l’insuccesso del parere.
Venendo invece ai consigli su “come redigere un parere vincente”, giusto per enfatizzare la rubrica di questo topic, il mio intervento non può che prendere atto delle ottime dritte che sono state fornite nei post precedenti.
Di seguito, quindi, mi limiterò a offrire una semplice sintesi schematica dei validissimi contributi di cui sopra, senza novellare o aggiungere alcunchè. Ma con una precisazione significativa: i sette punti che seguono – lo dico senza tema di smentita e per esperienza (non la mia di candidato…) – debbono essere considerati come imprescindibili e, pertanto, determinanti per la positiva riuscita dei pareri.
1) “
Prestare moltissima attenzione all’ortografia, [alla grammatica] e soprattutto alla CALLIGRAFIA” (DottorNick);
2) “
pareri brevi…4-6 facciate sarebbe l’ideale” (Ivan G).
Cioè “meno si scrive, meno si tedia la commissione, meno possibilità ci sono di dire bischerate. Ovviamente tutto ciò che serve per giungere alla soluzione ci deve essere….sintetici ed esaurienti” (DottorNick).
Per inciso: “se sono richiesti brevi [o talvolta brevissimi] cenni su un istituto, prendere alla lettera… max mezza facciata dicendo l’essenziale” (Ivan G);
3) “
periodi chiari, corretti, scorrevoli e non troppo lunghi” (Ivan G). Id est “composizione in forma semplice, diretta, essenziale” (Dresstokill);
4) “una prosa asciutta e ficcante paga molto e, a tal fine, altro requisito fondamentale è
l’assoluta appopriatezza della terminologia giuridica” (DottorNick);
5) “non trascrivete righe e righe di Cassazione (e, se lo fate, almeno mettete le virgolette: deleterio copiare le massime cercando addirittura di spacciarle come proprie …). Meglio
rielaborare e/o parafrasare, al limite
indicando gli estremi della sentenza che ha sancito il principio” (DottorNick);
6) “dimostra[re] di saper ragionare e di
seguire un filo logico che porti ad una conclusione coerente con le premesse poste” (Topomatiz);
7) “il confronto è importante, ma bisogna
pensare con la propria testa senza lasciarsi tentare da soluzioni dell’ultimo minuto o da super esperti che spuntano improvvisamente come funghi

” (Valentina 76);
GRAN FINALE“Insomma: il compito deve essere il più possibile lineare e scorrevole, sia dal punto di vista giuridico-concettuale-espositivo, sia da quello formale e calligrafico (riservare sempre almeno un’ora alla copiatura [in bella] del compito” (DottorNick).
La scoperta dell’acqua calda?
Forse.
Però riuscire a fare una trilogia così, senza il minimo errore, nel corso di una tre giorni di fuoco, con la tensione a mille, in mezzo ad una bolgia dantesca….
Già, mi sa che ha ragione chi sostiene che è come vincere alla lotteria (almeno lontano dalla Calabria felix…).
Solo che all’esame di abilitazione, come DottorNick ha rilevato in altro topic, il proprio biglietto fortunato ciascuno lo scrive per sé…
Quindi, per tutti gli aspiranti “Gastone” della sessione 2003, tenete a mente i sette comandamenti sopra indicati e… Imboccallupo!
VS